Le 5 curiosità sulla memoria che (forse) non conosci

Siamo onesti, il cervello è senza dubbio l’organo più misterioso che abbiamo. Proprio per questo è fonte di attrattiva e di molteplici curiosità che virano attorno alle sue straordinarie capacità.

Tra i vari interrogativi, spicca quello relativo alla memoria e se esiste un limite per la quantità di informazioni che possono essere immagazzinate. A seguire, quale sia il legame tra un ricordo e un’emozione, se è reale o è solo un caso.

Intanto, partiamo con un pensiero comune, confermato dai fatti: con l’età, alcune funzioni cerebrali tendono ad “arrugginirsi”, assecondando il ritmo degli anni che passano. Questo perché si verifica una naturale perdita neuronale che – a causa di una produzione inferiore di neurotrasmettitori – possono provocare dei vuoti di memoria.

In realtà, tutto quello che ci accade durante la nostra esistenza, resta impresso nella mente per tutta la vita.

Allora quali sono i retroscena che non conosciamo? Scopriamoli in questo articolo.

Memoria e curiosità: tutto quello che non sai

Per definizione, il ruolo della memoria è quello di salvare le varie informazioni che si acquisiscono durante la propria esperienza di vita. In realtà, per la complessità che la rappresenta, esistono però svariate stranezze riferite proprio al suo funzionamento.

Ecco 5 curiosità sulla memoria che probabilmente non conosci.

Il cervello non dimentica

Il primo mito da sfatare, la leggenda metropolitana che tutti conosciamo, è uno: il cervello dimentica? No.

Tutti i ricordi e le informazioni accumulate nel tempo, non possono essere mai dimenticate del tutto. Poi, in base alle caratteristiche del ricordo, vengono spostati in un’area apposita del cervello, più accessibile o più stabile.

Allora per quale motivo non ricordiamo le cose?

Si tratta del fenomeno dell’oblio, che è a conti fatti una difficoltà che si sviluppa nel recuperare i dati che ci servono. Per i soggetti sani non affetti da patologie particolari, come l’Alzheimer o la demenza senile, si può condurre il tutto al principio della distrazione, soprattutto per gli eventi appena accaduti.

L’effetto Mandela

L’effetto Mandela è il caso eclatante legato alla possibilità del cervello di creare falsi ricordi. In questo caso, ci si riferisce ad un fenomeno realmente accaduto: quando Mandela fu rilasciato dalla prigione, l’evento scioccò la popolazione che credeva, erroneamente, che lui avesse perso la vita in prigione.

Ancora oggi, questo effetto rappresenta al meglio il fenomeno secondo cui si ricordano degli eventi in maniera distorta o che non si sono mai davvero verificati.

Lo stress gioca un ruolo predominante

Ebbene, lo stress è una piaga, nel vero senso della parola. Non lo è solo per il corpo, ma anche per la mente. Infatti, ha il potere di compromettere la salute psico-fisica di chiunque si trovi in una situazione difficile.

Anche il cervello non è esente, tutt’altro.

Secondo studi ampiamente dimostrati, lo stress va ad inficiare le modalità di apprendimento e le funzioni relative alla memoria, disturbando il soggetto durante il sonno e originando una serie di patologie concatenanti.

Per quanto riguarda gli effetti sul cervello, lo stress va ad influire sull’amigdala e sull’ippocampo che – a lungo andare – provocano un effettivo deterioramento della memoria.

I ricordi sono legati alle emozioni

Quando si parla di archiviazione dei ricordi, non ci si riferisce ad un processo autonomo ma correlato allo stato d’animo che in quel momento stiamo vivendo.

In parole povere, sarà più semplice ricordare situazioni che viviamo in luogo in cui ci troviamo rispetto ad un altro.

Stesso discorso se scomodiamo il fattore emotivo: la memoria tende a salvare i ricordi nei quali abbiamo vissuto intensamente quelle emozioni. Insomma, se siamo tristi, verrà più naturale ricordare dei momenti in cui serbavamo lo stesso stato d’animo.

L’Ipermnesia

Parlando in generale, le persone sono accomunate da una capacità chiamata memoria selettiva; ovvero, quella che ci consente di tenere impressi i dettagli più importanti, dimenticando ciò che consideriamo “superfluo”.

Inoltre, il cervello riesce anche a ricostruire dei fatti per colmare i vuoti.

Esistono però, nella moltitudine, rari esemplari d’individuo che riescono a ricordare con una novizia di particolari quello che accade loro. Questa capacità si chiama ipermnesia e grazie ad essa è possibile archiviare e recuperare una quantità notevole di informazioni in maniera più rapida rispetto al normale.

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Credits Immagine: DepositPhotos / leolintang


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